Nei Paesi industrializzati circa un terzo dei bambini, soprattutto nella prima e nella seconda infanzia, presenta disturbi del sonno. Una percentuale che, spiegano gli esperti, sembra essere in aumento a causa delle modificate abitudini sociali.

Alla sbarra soprattutto televisione e videogiochi.

I bambini che vanno a letto più tardi vanno incontro a un’amputazione del sonno profondo e proprio questo può avere conseguenze su aspetti cognitivi e di memoria. Secondo una delle più antiche teorie, il sonno è un fenomeno necessario per il recupero fisico: l’energia che si spende durante il giorno deve essere bilanciata da un periodo di recupero.

Dormire poco o male «ha un impatto negativo anche sul rendimento scolastico»
Per non parlare dell«effetto Qi’: «Negli Usa i pediatri hanno messo l’accento sulla diminuzione delle capacità intellettive mettendola in relazione con il fatto che i ragazzi dormono sempre meno». Tanto che l’American Academy of Pediatrics (Aap) ha raccomandato di ritardare di almeno mezz’ora l’inizio delle lezioni nelle scuole medie e superiori per allineare gli orari scolastici ai ritmi biologici del sonno degli adolescenti.